IL QUADRO STORICO
L'antico abitato di Sutri doveva sorgere sullo sperone di tufo che ancora oggi ospita l'attuale abitato e che è delimitato da vallate solcate da corsi d'acqua e difeso intorno da alti pianori. Fra queste colline che fungevano da difesa naturale si delineava il percorso naturale che collegava in antico i territori tenuti dagli etruschi, la fascia costiera del Tirreno e, contemporaneamente, la linea di transito da Roma verso il nord della Tuscia.
Ad oggi appare poco chiara la questione relativa alle prime forme di occupazione del sito anche se delle ricerche archeologiche hanno permesso di individuare alcuni frammenti di ceramica databile alla fase più tarda dell'età del Bronzo finale (X sec. a.C.) e che sembrano suggerire la presenza di una frequentazione dell'area urbana già in età protostorica. Le stesse ricerche hanno messo in evidenza anche altri centri abitati di modesta entità che nel periodo protostorico erano posti nei pianori che circondano la Città. Tali informazioni portano ad ipotizzare che la nascita del centro urbano sia originato in seguito ad un processo di unificazione dei villaggi nel pianoro che ancora oggi ospita Sutri.
Le informazioni relative al periodo preromano appaiono scarse, rendendo complessa la definizione dell'appartenenza della città alla cultura falisca o a quella etrusca. E' solo a partire dal V secolo a.C. che il ruolo di Sutri viene a prospettarsi più chiaramente quando entra negli interessi di Roma grazie alla sua importante posizione strategica, fondamentale per il controllo sia delle aree etrusche, sia di quelle falische.
Narra lo storico Tito Livio che agli inizi del IV secolo Sutri è sotto assedio da parte degli etruschi di Tarquinia. Vista l'eccezionalità dell'evento, narra sempre lo storico, gli abitanti di Sutri decidono di mandare degli ambasciatori a Roma, in base ad un'alleanza che i sutrini avevano stretto con l'Urbe. In quel periodo è dittatore di Roma Marco Furio Camillo che caldeggiando la causa di Sutri, decide immediatamente di portare aiuto alla città alleata, riuscendo a sbaragliare le fila etrusche. Con Roma Sutri assume una nuova funzione militare e politica su tutto il territorio a nord di Veio, è eretta a colonia latina, probabilmente nel 383 a.C., divenendo partecipe degli scontri che vedono Roma contro alcune città etrusche e che si concludono con la definitiva sottomissione di Tarquinia, Volsinii e di Falerii.
Con la fine delle ostilità Sutri perde il ruolo di caposaldo militare divenendo poco a poco un importante centro rurale, l'ipotesi sembra confermata dal graduale processo di occupazione ed organizzazione delle campagne intorno al centro urbano dove non manca la presenza di numerose emergenze archeologiche relative a infrastrutture insediative e ville rustiche. In questo modo Sutri è ricordata come una delle città più fiorenti della regione, come confermano il complesso monumentale dell'Anfiteatro, l'estensione della necropoli urbana e la presenza di un sistema stradale assai organizzato che collegava l'area urbana con tutto il territorio circostante.
La continuità d'uso della via Cassia, anche dopo la caduta dell'impero romano, è senza dubbio uno dei motivi fondamentali della ciclica funzione strategica di Sutri. È ben presto sede vescovile: al 465 d.C. risale la prima testimonianza di un vescovo di Sutri, tale Eusebius presente al sinodo romano di quell'anno. È sede degli scenari bellici tra longobardi e bizantini che costituirono le premesse di un nuovo assetto territoriale e politico della Tuscia. Occupata dai Longobardi nel 568, Sutri è ripresa dai Bizantini con la spedizione dell'esarca di Ravenna, Romano. Successivamente riconquistata dai Longobardi di Liutprando, è donata al pontefice Gregorio II nel 728.
Le scarse notizie relative a Sutri per i secoli IX e X non consentono di delineare un quadro preciso delle vicende locali, per la sua posizione topografica e nel ruolo di ultima tappa prima di Roma lungo la via Cassia la Città è menzionata come sosta obbligata nelle discese a Roma degli imperatori germanici o ancora, per il passaggio o la presenza di vescovi e monaci, figure illustri nella storia del Cristianesimo.
Con il medioevo Sutri assume una maggiore importanza politica all'interno del territorio pontificio che forse ne motiva la scelta come sede del concilio del 1046, indetto dall'imperatore Enrico III, per volere del quale dopo la deposizione dei papi Benedetto IX, Gregorio VI e Silvestro III, è eletto al soglio pontificio Clemente II di Bamberga.
Sul finire del XII secolo e nel corso del successivo la Città è coinvolta nei movimenti di autonomia ed espansionismo delle potenti famiglie dell'aristocrazia romana a cui un'ingerenza sempre più forte nei confronti dell'autorità della Chiesa ne determinava un forte indebolimento sul piano politico. Nel 1111 Sutri è di nuovo sede di un importante incontro tra l'imperatore Enrico V e il pontefice Pasquale II, durante il quale vengono poste le basi di un accordo che pone fine alla lotta per le investiture, noto come Iuramentum Sutrinum. Nel 1140 Sutri è assalita e presa da Giovanni dell'Anguillara per ritornare poi in pochi anni sotto il controllo diretto della Chiesa.
Nel corso del XIII e XIV secolo le vicende di Sutri sono collegate a quelle delle diverse fazioni guelfe e ghibelline, sempre in lotta per il possesso di città e territori all'interno del Patrimonio di S. Pietro. Sutri è completamente libera solamente nel 1332 depositando il primo Statuto della città nel 1358. All'inizio del XV secolo ad un nuovo tentativo di riconquista da parte dei Di Vico Sutri si sottomette al papa Alessandro V.
Del 1435 è la notizia della unificazione della sede vescovile di Sutri a quella di Nepi. Malgrado tale accenno di crisi, e i sempre più importanti traffici deviati verso la nuova linea di transito della via Cimina voluta dai Farnese, la Città non perde la vitalità sociale ed economica che l'aveva caratterizzata per tutto il periodo medievale. Tali notizie sono confermate anche dalla presenza di importanti famiglie romane che per tutto il periodo successivo al medioevo investono largamente sul territorio sutrino, dando ampio spazio sia alle attività agricole, sia ad impianti industriali come ferriere, ramiere ed opifici che divengono riprova del duraturo benessere economico della Città. La sicura gestione economica di Sutri del periodo rinascimentale sembra anche confermata dalle numerose strutture di accoglienza organizzate per ospitare pellegrini e viandanti o come attesta la presenza di importanti strutture ospedaliere come quella del Santo Spirito in Saxia.
Anche nei secoli successivi le sorti della Città di Sutri vedono delle dinamiche economiche sempre vive, corroborate dalle tante famiglie romane che in maniera costante decidono di investire sul territorio sutrino: gli Altoviti, i Muti Papazzurri, gli Staderini e poi i Del Drago; rimangono segni di un passato quanto mai dinamico e mai fermo.