Poco o nulla sappiamo della vita di Santa Dolcissima, patrona di Sutri, di cui la città il 16 settembre festeggia il dies natalis (giorno della morte subita a cuasa della fede e nascita alla cita celeste).
Dall'iscrizione marmorea, ritorvata sul luogo della sepoltura, presso le Catacombe di S. Giovenale nei pressi dell'attuale cimitero, e roa murata nella cappella dedicata alla Santa nella Cattedrale, deduciamo che era una vergina che fu martirizzxata per la sua fede:
"Tu sei beata, o vergine Dolcissma, che per il tuo Dio avesti
in odio il mondo; per te è fatto più grande il regno dei cieli.
Intercedi per noi. Il gionro natale di questa vergine si celebra
nel XVI giorno delle calende di settembre"
Il martirio di cui si parla nella lapide avvenne il 16 settembre di un anno imprecisato del III secolo
I suoi resti mortali fuono rinvenuti all'inizio del XVII secolo e traslati nella cattedrale.
Ma se poche sono le informazioni sulla vita della santa, poche sono anche le immagini che la raffigurano.
Tra queste vi è la statua processionale conservata nella terza cappella della navata destra della Cattedrale di Santa Maria Assunta. La statua in legno dorato con testa, mani e piedi in argento, di scuola berniniana, presenta Santa Dolcissima con la corona in testa, la palma nella mano destra (simboli del martirio) e la mano sinistra con il palmo aperto in allusione alla carità.
Nella stessa cappella si trova anche il quadro che funge da sportello alla teca che contiene la statua. La tela è opera del pittore Heinrch Schmidt che giunto a Roma intorno al 1787, nel 1793 esegue il dipinto raffiugurando la santa nella stessa posa della statua con la città sullo sfondo.
Altra immagine è l'affresco della volta della navata centrale della Cattedrale eseguito dal pittore Luigi Fontana che tra il 1891 e il 1894 lavorò nel Duomo. In questa opera è raffigurata la gloria della Santa Patrona attorniata da angeli con giglio, palma e corona.