L'affresco proviene dalle Catacombe della Chiesa Rupestre di S. Fortunata. La chiesa, oggi in gran parte diruta, è ricordata da alcuni documenti medievali come "Cella nova Ecclesia S. Fortunata", convento benedettino dal 1023 appartenente all'Abbazia di S. Gregorio in Roma.
Il dipinto raffigura un Vescovo in tiara e casula con ai piedi un diacono orante. Si presume essere un ritratto di Papa Innocenzo III (1198-1216). Si tratta di un pregevole lacerto di pittura romanica, l'autore è anonimo.
L'artista sembra vicino alla Scuola Romana e riesce a cogliere gli schemi del linguaggio bizantino.
Alla fine del 1200 tre personalità diverse contribuiscono a formare una scuola romana di pittura e mosaico: Jacopo Torriti, Pietro Cavallini e Filippo Rusuti.
Se nel Torriti il linguaggio formale resta vicino alla tradizione bizantina, è soprattutto in Pietro Cavallini che il "Classico romano" raggiunge i vertici di una maggiore compostezza interpretata attraverso l'esaltazione e l'intensità del colore.